L’importanza del controllo dell’evoluzione del peso nell’obesità
Il sociologo Hui Zheng assieme ai colleghi della Ohio State University di Columbus, Ohio, ha pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, un’analisi sull’obesità, che pone l’accento sull’importanza della misurazione nel tempo del peso.
I ricercatori hanno esaminato più di 9.500 americani, di età compresa tra i 51 e i 61 anni al momento del reclutamento nel 1992. Questo gruppo, rappresentativo della popolazione americana, è stato intervistato ogni due anni allo scopo di raccogliere dati significativi, tra cui l’indice di massa corporea.
Il gruppo che all’inizio dello studio era leggermente sovrappeso e che ha mantenuto un peso relativamente stabile, ha mostrato maggiori possibilità di sopravvivenza a 16 anni distanza. Queste probabilità sono addirittura maggiori di chi, pur non oltrepassando limiti di peso “normali”, aveva messo su qualche kg col passare degli anni.
Prevedibilmente, il gruppo più a rischio di morte prematura si è dimostrato essere il gruppo di obesi che ha continuato ad aumentare di peso nel tempo. I ricercatori hanno stimato che circa il 7,2% dei decessi tra gli ultracinquantenni è causato dall’aumento di peso. A questo proposito, Zheng ha sottolineato che è possibile imparare più cose sulla mortalità negli anziani osservando i cambiamenti del loro peso, piuttosto che misurandolo in un dato momento.
Zheng infine, esorta i giovani a non sottovalutare la pericolosità del sovrappeso: “un’altra nostra ricerca, spiega, suggerisce che l’effetto negativo dell’obesità sulla salute è maggiore nei giovani rispetto agli anziani, perciò soprattutto i giovani non dovrebbero pensare che il sovrappeso sia innocuo”.
Fonte: Am J Epidemiol. 2013 Sep 7