Lo sport e la memoria
Uno studio condotto recentemente in Australia ha preso in esame un campione di anziani con malattie cognitive degenerative e li ha sottoposti a un semplice programma di attività fisica da svolgere in autonomia a casa. Anche se non ci sono gli estremi per affermare con certezza che l’attività fisica prevenga l’insorgenza del Morbo di Alzheimer, si è registrato un notevole rallentamento della degenerazione cognitiva.
Già studi osservazionali molto importanti hanno in passato evidenziato che le persone attive hanno meno possibilità di andare incontro a declino cognitivo nella terza età rispetto a persone sedentarie, ma ancora mancano conferme che solo ricerche randomizzate possono dare.
Questo è quanto il gruppo di ricerca australiano si è prefissato di dare, analizzando un campione di 170 volontari con età superiore ai 50 anni. Dopo 18 mesi, i soggetti sottoposti al programma di allenamento hanno avuto un miglioramento di circa 0,26 punti della ADAS-Cog (la scala di misura dell’Alzheimer), contro un peggioramento di 1,04 punti del gruppo di controllo.
Un piccolo incremento, dunque, ma persistente e importantissimo!
Infine, a differenza del trattamento farmacologico, l’esercizio fisico produce benefici anche per la salute, che non si limitano alla degenerazione cognitiva, ma anche all’apparato cardiovascolare e al miglioramento globale della qualità della vita.